Piccolo omaggio disegnato a fumetto, di un libro di un mio illustre compaesano, Cesare Pavese, che nel "La Luna e i falò" è riuscito ad esprimere il senso di malinconia per il paese natio; il sapore di quei luoghi e di quei ricordi e al contempo il desiderio di ripartire. Sensazioni che solo un viaggiatore può realmente comprendere...
Small tribute to a book wrote by my illustrious countryman, Cesare Pavese, who in "The Moon and the Bonfires" was able to express the sense of melancholy to the home country; the taste of those places and those memories and at the same time the desire to leave. Feelings that only a traveler can really understand ...
"C'è una ragione perché sono tornato in questo paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in Alba." (N.d.a. perché Santo Stefano Belbo è più figo)
Non è soltanto fumettista e attore, ma anche un cantautore (e ottimo per giunta). Poche settimane fa Spampino ha registrato alcune delle sue belle canzoni nel casolare di strada Strozza, nel mantovano, dove gruppi quali i MUR, gli Uzzolo, Le Palle di Marte e altri, hanno fondato una realtà musicale, più unica che rara in Italia. Nell'attesa che le songs di Spamino escano, ecco un piccolo schizzo a penna, in sala registrazioni.
He's not only a cartoonist and an actor, but also a songwriter (a great one). A few weeks ago Spampino has recorded some of his best songs in the house of Strozza, next to Mantua, where groups such MUR, Uzzolo, Palle di Marte and others, founded a musical reality, more unique than rare in Italy.While waiting forthe songscome out,here's a littlesketchin pen made by me, during therecordings.
"I'd
had a Hispanic boyfriend one time, Chico, who had christened me Nina,
which was the Spanish name for "little one". Chico had
called me that all the time, and I really loved the way it sounded,
And I liked the name Simone too, ever since I'd seen Simone Signoret
in those French movies".
After
you've done all the work and prepared as much as you can, what the
hell, you might as well go out and have a good time.
Benny
Goodman è una piccola autorità per quanto riguarda il grande jazz,
non solo per la sua maestria nel clarinetto, ma anche perché riuscì
ad affermare questo genere al grande pubblico. Pensate che nel '38
diede il primo
concerto
jazz
nella
famosa
Carnegie Hall di New York, che
fino ad allora aveva
ospitatoesclusivamenteorchestre
di musica classica.
Immaginatevi quindi signorotti
con pelliccia e panciotti a tenere il ritmo con il dito, al suono di
questa musica così sorprendente
e piano piano, senza accorgersene, agitare un po' la gamba, poi anche
l'altra e in men che non si dica, rendersi conto che quelle comode
poltrone erano troppo strette per contenere le ritmiche di Krupa, di
Russin, James e Goodman nel loro Sing, sing, sing. Dopo
questo enorme successo, il Re bianco dello Swing continuò le sue
innumerevoli collaborazioni, con tutti i grandi e piccoli del jazz di
tutto il mondo, diffondendo ancora di più questo genere.
Benny
Goodman is a well-known musician to the great jazz lovers, not only
for his mastery with the clarinet, but also because he was able to
assert this kind of music to the world. Imagine that in '38 he gave
the first jazz concert in the Carnegie Hall in New York, a really
famous place that until then had hosted exclusively classical
orchestras. Just try to imagine how it would has been great to see
some posh lord with fur vests, to keep the beat with the finger, and
without realizing it, shake a little the leg, then the other one and
in less than no time, understand that those comfortable seats were
too narrow to contain the rhythmic of Krupa, Russin, James and
Goodman in their Sing, sing, sing. After
this huge success, the white King of Swing continued his countless
collaborations, with all the big and small of jazz from all over the
world, spreading even more jazz music.
Sing, sing, sing con Krupa, James, Hampton e Goodman
Questa è la prima tavola di una storiellina di poco più di 10 pagine, che ho scritto di
recente. Lo storyboard è già pronto, anche se va un po' arrangiato, e ora quello che manca sono solo i definitivi. Spero vi piaccia. This
is the first page of a short story I've recently wrote . The storyboard
it's already done, and now the "only" work I have to do, it's to draw
it properly and ink the rest of the pages. Hope you like Piccolo indizio sulla storia... Smallclue about the story...
Era
da un po' che mi dicevo di fare una piccola rubrica musicale e ora
eccola qua (speriamo che duri). Ora come ora ho previsto una trentina
di musicisti jazz imperdibili,
scanditi in post settimanali (tranquilli, non ci credo nemmeno io),
poi si vedrà. Non sono assolutamente un esperto di questo genere (ne
di altri), ma ascolto abbastanza musica e mi diverto a fare 'ste
robe. Molte
delle informazioni sono prese da Wikipedia.
It's
been a while since I thought to do a little music column and now here
it is (hope it lasts). At the moment I wanted to focus on jazz,
envisaging at least 30 musicians, with a weekly post, and after that
we will see. I'm not at all an expert of this kind of music (of every
kind), I just do listen a lot of it, and have fun. Most of the info
are taken from Wikipedia.
“By
and large, jazz has always been like the kind of a man you
wouldn't want your daughter to associate with.”
Gli
anni '20 saranno stati l'epoca del proibizionismo per alcuni
americani puritani, ma non sicuramente per i frequentatori del Cotton
Club di Harlem, dove la birra veniva servita a barili e le giovani
ballerine vestite di abiti succinti, intrattenevano un pubblico
rigorosamente bianco. Ed è proprio in questo locale dichiaratamente
“White only”, che un giovane pianista afroamericano, in arte Duke
Ellington, entrò a far parte della storia del jazz. Pianista,
compositore, adattatore e direttore d'orchestra, il Duca dello swing
deliziava, orde di yenkees fascisti coi capelli ingelatinati, con
quel suo Jungle style, evocativo di un immaginario di africa esotica
e primitiva, che ai bianchi piaceva molto. Con gli anni Ellington
riuscì a comporre e modellare la sua orchestra (che durò
trent'anni), circondandosi così di musicisti straordinari, che dagli
anni '30 in poi lo aiutarono a trovare un sound più complesso e
particolare. Duke Ellington portò il jazz a una nuova fase di
maturazione e blablabla... insomma ascoltatelo che ne vale la pena.
The '20s have
been the era of Prohibition for some American Puritans , but
definitely not for those who frequented the Cotton Club in Harlem,
where the beer was served in barrels and young girls dressed in
skimpy clothes , amused a strictly white audience . It is in this
place avowedly "White only", that a young African-American
pianist , called Duke Ellington, became part of the history of jazz.
Pianist, composer , and bandleader of his orchestra , the Duke of
swing, treated hordes of fascists yenkees, with his Jungle style, to
evocate a stereotype of an exotic and primitive Africa, that white
people liked. Over the years, Ellington was able to compose and shape
his orchestra ( which lasted thirty years ) , surrounding himself
with excellent musicians, that from the 30s onwards, helped him to
find a more complex sound.
Ellington è
anche autore di classiconi come Mood
Indigo, It Don't
Mean a Thing(If
It Ain't Got That Swing)
e la bellissima In
a sentimental mood >>cercateli sul tubo!!!
Quelle che seguono sono alcune illustrazioni che ho realizzato per il Canto della Schiera di Igor, figlio di Svjatoslav nipote di Oleg, (che titolo fico). Poema epico russo ambientato nel XII secolo che narra della sconfitta che il Principe Igor subì contro i Polvcy o Cumani (popolazioni libere del Caucaso e più giù: praticamente i turchi), del suo imprigionamento e della sua successiva fuga.
Oltre a essere interessante come racconto, per la questione avventurosa, epica e sopratutto religiosa - era il periodo in cui la Russia veniva cristianizzata, e nel testo questa cosa è molto presente, con chiari riferimenti alla cultura cristiana, ma al contempo con una forte presenza di una Natura pagana, sempre partecipe e complice delle vicende, al pari degli altri personaggi- il poema mi ha affascinato perché fa coincidere "mondi" che io trovavo opposti, cioè il tema dell'epico con come protagonista uno "sfigato". Perché diciamolo chiaramente, chi scriverebbe mai un poema epico su un principe, che ha deciso nonostante i presagi avversi, di fare una guerra contro una popolazione, che tra l'altro in quel periodo non gli aveva fatto niente (in passato sì però), che perde miseramente mettendo a rischio l'intero paese, che viene imprigionato lasciando la povera Jaroslavna a piangere come un casalinga depressa che aspetta il marito infedele, e che nonostante tutto si libera miracolosamente, venendo ovviamente accolto in patria come eroe?! Ecco 700 anni fa qualche genio l'ha fatto, ispirando molti grandi autori (e piccolini come il sottoscritto). A riguardo Borodin, compose un opera lirica, che al momento non ho ancora avuto modo di vedere, anche perché ho avuto brutte esperienze con la lirizzzzzzzzz… Tito non fu clemente con me…
Bada alle ciance spero vi godiate le illustrazioni, e per i più coraggiosi leggetevi il testo integrale qui
che a parte gli scherzi è molto bello.
6. Alzò
Igor' lo sguardo al sole lucente e
vide che da esso una tenebra
promanava ad avvolgere i suoi guerrieri.
26. Rosso stendardo, bianco gonfalone,
vessillo scarlatto, argentea
insegna
per il prode figlio di
Svjatoslav!
103. Fugge intanto il principe
Igor',
ermellino tra i canneti, bianca
anatra sull'acqua, balza sul veloce
destriero e da esso salta giù come
lupo grigio, corre fino alla valle
del Donec, volando come un falco
sotto le nubi, strage di oche e
cigni facendo per colazione, pranzo
e cena.
106. Igor' disse: «O
Donec, non piccola è la tua gloria,
per aver cullato il principe sulle
tue onde, avergli steso erba verde
sulle tue sponde d'argento, averlo
avvolto di calde brume sotto un
albero verde, per averlo vegliato
come un'anatra sull'acqua, come un
gabbiano sull'onda, come una folaga
nel vento!